Bologna, 22 gennaio 2025 – Team Manager e Selezionatore per la categoria Senior, tecnico federale per Senior e Young Rider del Concorso Completo.
Questi gli incarichi ufficiali affidati a Jacopo Comelli dal consiglio Fise dello scorso dicembre.
Una fiducia rinnovata al cavaliere e istruttore parmense, capelli (precocemente!) candidi e una visione rosea della situazione attuale per la disciplina del Completo.
“Gli appuntamenti sportivi stanno crescendo: per quanto riguarda il centro Italia quest’anno, oltre a Montelibretti all’inizio di marzo ci sono due due gare internazionali. Quest’anno rifanno un completo a Tor di Quinto, sempre a livello internazionale, che se non ricordo male mancava da un paio d’anni. Poi ci sono i Pratoni, quindi ci sono tre belle strutture: forse manca qualche appuntamento al nord, ma per il livello senior sfruttiamo Montelibretti e i Pratoni dove a maggio ci saranno i campionati italiani anche di categoria. Poi seguirà qualche gara all’estero, anche per fare delle valutazioni sul livello dei nostri atleti e confrontarci con delle realtà diverse”.
Un calendario, quello del Completo, che per forza deve seguire ritmi diversi rispetto al Salto Ostacoli.
“Nel Completo ad alto livello, ad esempio quello di un cavallo che è in preparazione per i campionati europei che quest’anno saranno in Inghilterra a settembre, programmi tre, quattro gare prima dell’appuntamento importante. Non è come nel Salto Ostacoli dove hai una calendarizzazione più serrata. Un cavallo di questa fascia quando ha fatto tre appuntamenti a quattro stelle e poi partecipa al campionato europeo, e al Mondiale o alle Olimpiadi che siano, ha già avuto una stagione piena”.
E per quanto riguarda lo sviluppo dei settori giovanili?
“La Federazione lo sta sviluppando, infatti quest’anno sono cresciuti gli appuntamenti per loro e hanno cominciato nuove realtà, come Tortona. Un centro collaudato, dove ospitano concorsi e anche le tappe dei Cavalli Giovani. La proprietà avendo a disposizione molto terreno al Torrione ha sviluppato anche un percorso da cross dove nel 2024 ha organizzato un paio di Completi. Una bella realtà nel Nord, come quelle di Verola Nuova e Arezzo: entambi due centri già rodati con il salto ostacoli che hanno deciso di ampliare la loro offerta sportiva”.
Sicuramente confortante, per voi che vi occupate di questo settore particolare.
“Sì, e credo che il futuro sia proprio questo: strutture che hanno già i box, i campi e un altro calendario gare che contribuisca a ottimizzare i costi di gestione, che non possono essere sostenuti solo dagli appuntamenti di una disciplina che, come abbiamo visto prima, è per sua natura parca di impegni annuali per ogni cavallo attivo”.
Dobbiamo farcene una ragione: non siamo in Inghilterra.
“Esatto: non abbiamo i numeri necessari a sostenere un centro dedicato. Il Completo moderno sta andando un po’ in questa direzione: condividere le strutture con le discipline più praticate, aggiungendo quello che serve”.
Saranno felici i tanti cavalieri di completo che integrano nella preparazione dei loro cavalli anche le gare di salto ostacoli.
“E adesso è necessaria questa dualità, perché comunque nella nostra disciplina prima il salto contava un po’ meno, mentre adesso è fondamentale: magari in una gara vinci Dressage e Cross e poi la puoi perdere tranquillamente in Salto Ostacoli con una barriera. Sono cambiati i punti coefficienti del rettangolo, i punteggi sono molto vicini: magari sei quinto, fai una barriera e arrivi diciottesimo. Per questo il Salto è diventato molto importante”.
Forse una ragione per cui si potrebbe sperare in una più ampia rosa di praticanti?
“Sì, tenendo presente che nel Completo moderno è importante ognuna delle tre gare, e devi essere veramente bravo anche in Dressage e in campagna. Il cavaliere moderno del Completo potrebbe fare ad alto livello qualsiasi disciplina: e questo secondo me è un po’ il fascino di questo sport, e anche la fortuna che ha un cavaliere o un’amazzone che lo pratica”.
È anche la cosa più difficile.
“Michael Young, vincitore delle ultime Olimpiadi, è uno che gira nelle gare di 1,60 m in concorso. Tanti completisti adesso, sia per le già citate ragioni di calendario che per far stare in piedi la scuderia montano anche in concorso con buoni risultati. Per dire: noi ricominciamo a marzo, magari in Inghilterra addirittura ad aprile: in questi tempi morti uno si specializza, magari fa dei concorsi o dei Dressage. Così il livello professionale è aumentato sotto tutti i punti di vista, e se vuoi ambire a determinati risultati devi essere competitivo su tutte le discipline”.
A proposito di obiettivi: quali sono quelli della Federazione, a lungo termine?
“L’obiettivo di quest’anno è quello della partecipazione al campionato europeo che sarà a metà settembre, in Inghilterra. Chiaramente non qualificherà per un’eventuale Olimpiade, cosa che avverrà invece nel 2026 ai Mondiali di Hacken. Lì dobbiamo partecipare con la squadra e cercare di prendere la qualifica il prima possibile per Los Angeles 2028”.
Passiamo ai cavalli: quanti ce ne sono di ‘specialisti’ in Italia?
“Noi abbiamo la fortuna di avere anche dei cavalieri italiani che risiedono all’estero da tanti anni. In Inghilterra abbiamo una bella realtà, 3-4 cavalieri importanti; un’altra in Francia e due ragazzi in Germania, oltre al gruppo che rimane in Italia. Tutti mercati ricchi di offerta per la nostra disciplina. I numeri non sono enormi, però secondo me ci sono delle buone prospettive per il futuro: qualcuno ha dei cavalli giovani che stanno venendo avanti, e io sono ottimista”.
Cosa si potrebbe fare per cercare di attirare più praticanti in Completo?
“Un po’ di anni fa per il passaggio di patente o partecipare, ancora prima, al Saggio delle Scuole era obbligatorio fare comunque un Completo. Era davvero un’ottima cosa: qualsiasi cavaliere giovane dovrebbe iniziare da qui perché, come dice la parola stessa, ti rende davvero un cavaliere completo. Devi fare il tuo Dressage, saper lavorare in piano, fare il percorso in campagna di un livello anche piccolo ma comunque con l’entrata nell’acqua, il fosso, il talus. Poi anche il Salto Ostacoli e una volta terminato questo percorso, ognuno si specializza nella disciplina che preferisce. Ora invece puoi prendere il 1° grado con un iter che esclude queste prove: è un peccato, perché oltre ad essere formativo era anche un modo per far avvicinare alla nostra disciplina qualcuno che magari non ci pensava, ma conoscendola poteva imparare ad apprezzarla. Era una formazione sia mentale che a livello di equitazione che faceva bene a questi ragazzi. Non voglio entrare nel tema della formazione che non mi compete, però credo farebbe bene a tanti: perché saper lavorare un cavallo in piano o comunque all’interno di un rettangolo ti impone di avere certe nozioni”.
Grazie a Massimo Argenziano, che ci ha gentilmente concesso l’uso della fotografia.